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Dante e i ponti – Un approfondimento nell’anno delle celebrazioni dantesche

Il 2021 è l’anno delle celebrazioni dantesche: ricorrono infatti i settecento anni dalla morte di Dante avvenuta mentre rientrava da Venezia, colpito da un attacco di malaria: muore a 56 anni nella notte tra il 13 e il 14 settembre 1321 a Ravenna, dove oggi si trova ancora la sua tomba.

La sua vita è stata caratterizzata dal viaggio, volontario o forzato. Chissà nel suo peregrinare su quanti ponti avrà camminato. Chissà se lui, sommo poeta che ha saputo immaginare la Divina Commedia, camminando su un ponte in pietra sarà riuscito a intuire quel mistero dell’arco che solo un paio di secoli dopo Leonardo avrebbe trasformato in visione: Arco non è altro che una fortezza causata da due debolezze, imperocché l’arco negli edifizi è composto da due quarti di circulo, i quali quarti circuli ciascuno debolissimo per sé desidera cadere e opponendosi alla ruina l’uno dell’altro, le due debolezze si convertono in una unica fortezza.

L’artista inglese Henry Holiday nel 1883 ci regala il quadro “Dante incontra Beatrice al ponte Santa Trinità”: l’incontro immaginario fra il poeta e Beatrice (con il vestito rosso) accompagnata dall’amica Vanna (con il vestito bianco). Dante è all’inizio di quello di Santa Trinità, ma è difficile non notarne un altro al centro del dipinto, iconico e famoso in tutto il mondo: ponte Vecchio.

E un ponte parimenti iconico e famoso in tutto il mondo è citato nel Canto XVIII dell’Inferno; Dante, che forse partecipò in prima persona al Giubileo del 1300, descrive l’enorme flusso dei pellegrini che passavano sopra ponte Sant’Angelo, costretti a un doppio senso di marcia, separati forse da una fila di botteghe.

[…] come i Roman per l’essercito molto, l’anno del giubileo, su per lo ponte hanno a passar la gente modo colto, che da l’un lato tutti hanno la fronte verso ’l castello e vanno a Santo Pietro; da l’altra sponda vanno verso ’l monte […]

Si evidenziano i problemi di “traffico”, anche se pedonale, ma d’altronde all’epoca quello era l’unico punto in cui attraversare il Tevere e raggiungere la Basilica di San Pietro dal centro della città. Il ponte più vicino era quello dei Quattro capi all’Isola Tiberina (Fabricio e Cestio) e dunque passavano tutti di lì, gli uni verso monte Giordano e gli altri diretti verso la Mole Adriana. Non c’erano ancora le statue del Bernini ma la Mole era già stata dedicata all’Arcangelo Michele che liberò nel 590 la città dalla peste.

Vi è poi una lunga serie di ponti dedicati proprio a Dante; eccone alcuni.

Treviso – Il Ponte Dante è posto nella zona sud, dentro le mura della città. Nel 1865, anniversario della nascita del poeta, la città di Treviso l’ha omaggiato con una stele posta sul ponte perchè in un passo della Divina Commedia parla del posto “dove Sile e Cagnan s’accompagna” (Paradiso, IX, 49); il ponte sorge infatti alla confluenza dei due fiumi.

Venezia – Vicino all’Arsenale è possibile ammirare il piccolo Ponte del Purgatorio. Dante Alighieri, in visita nella Serenissima come ambasciatore del Da Polenta di Ravenna, rimase tanto impressionato dall’Arsenale veneziano da citarlo nell’undicesimo canto dell’Inferno. I Veneziani, per ricordare l’insigne visita e onorare il Sommo Poeta, nominarono alcune case poste nelle vicinanze dell’Arsenale Casa dell’Inferno, Casa del Purgatorio, Casa del Paradiso. Il piccolo Ponte del Purgatorio, non accessibile al pubblico e visibile solo esternamente, è l’accesso della Casa del Purgatorio.

Lunigiana – Non ci sono tracce di una presenza di Dante in quei luoghi ma probabilmente vi passò diretto a Milano nel 1311, dopo una missione in Lunigiana per conto dei Malaspina. La strada dalla costa risaliva allora la Valfontanabuona e saliva fino al feudo fiescano di Roccatagliata, passando per Siestri. Oggi, lungo la statale 225 della Val Fontanabuona, in frazione Scaruglia, un ponte ricorda il Sommo Poeta dal 1981.

Galeata – La città romagnola ha appena inaugurato una nuova passerella dedicandola al poeta, in quanto si trova in prossimità di una pietra denominata “Sasso di Dante”; secondo documenti settecenteschi e vari indizi storiografici, il luogo coinciderebbe con la scelta della sosta di Dante Alighieri per riposare, durante il suo peregrinare verso il Casentino.

Dante è stato anche un grande viaggiatore nella sua vita reale. Esiliato da Firenze, la sua città natale, nel 1301, trascorse il resto della sua vita ospite di famiglie nobili tra corti e castelli, fino alla sua morte a Ravenna. A lui è stato di recente dedicato un cammino tra la Romagna e la Toscana, che ripercorre il suo esilio; un sentiero a lunga percorrenza a forma di anello che collega Firenze e Ravenna, i suoi luoghi di nascita e morte.

Dante e Virgilio la dinnanzi la barca di Caronte – Paolo Vetri – 1874

Ma i ponti di Dante sono importanti anche quando non ci sono: sicuramente il traghettatore Caronte ne avrebbe gradito uno ad alleviargli la fatica!

 

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